DEL TURCO. SERVE UN SUSSULTO DI BUON DIRITTO E DI PIETAS
(gira pagina per andare all’appello di Maraio e Nencini che puoi sotoscrivere)
A nessuno può essere comminata una pena non prevista all’epoca dei fatti contestati, attinenti ad una fattispecie di reato.
È questo il caso di Ottaviano del Turco, parlamentare nazionale fino al 2001 ed europeo fino al 2005 quando – da abruzzese – fu eletto presidente della regione Abruzzo, carica dalla quale si dimise a causa delle indagini che lo riguardavano. Dunque tutti fatti precedenti al 2008 ma per revocargli il vitalizio si è applicata una norma del 2015. La norma lega questa pena accessoria a quella comminata dal giudice penale di interdizione perpetua o temporanea dai pubblici uffici.
Nel 2017 Del Turco viene definitivamente assolto con formula piena – il fatto non sussiste – dal reato più grave di associazione a delinquere per corruzione, concussione, truffa, mentre nel 2018 c’è la conferma definitiva del reato di induzione indebita (istigazione alla corruzione), reato che potrebbe sussistere anche qualora l’istigazione, di fatto indimostrata, non producesse alcun effetto concreto.
Srive Valerio Onida:
“In ogni caso, trattandosi di pena accessoria, varrebbe il principio di irretroattività in pejus di cui all’art. 25, secondo comma, Cost., e dunque siffatta nuova sanzione non potrebbe mai trovare applicazione a casi di condanne per fatti commessi anteriormente all’entrata in vigore della norma che lo preveda.”
Aggiunge Onida che il vitalizio non ha le caratteristiche di una concessione graziosa revocabile al venir meno dei requisiti per i quali era stata riconosciuta. Non viene in considerazione l’onorabiltà richiesta per il mantenimento della carica di parlamentare. Chi gode del vitalizio non è più in carica.
Questi i termini:
“Per quanto possano riscontrarsi elementi di favore ingiustificati nella relativa disciplina, è assai dubbio che il vitalizio degli ex parlamentari possa essere inquadrato, quanto meno nella sua totalità, in tale fattispecie, e che possa dunque essere revocato quando la persona incorra in determinate condanne, invocando il venir meno di un requisito di onorabilità … necessario per l’accesso o il mantenimento della carica …”
In sintesi, il vitalizio non è una onorificenza ma una prestazione economica con finalità previdenziale e quindi sottratta a sanzioni retroattive.
Il provvedimento di revoca del vitalizio adottato ai primi di dicembre di quest’anno (2020) dall’Ufficio di Presidenza del Senato – la Presidente Casellati e i Presidenti dei Gruppi parlamentari – è di una gravità inaudita, non soltanto in punta di diritto. Ottaviano Del Turco giace da tempo in gravissime condizioni di salute, vogliamo credere che chi adottava il provvedimento non ne fosse informato.
Intanto, presso la Cassazione pende la richiesta di revisione del processo. Dubitiamo che Del Turco potrà conoscerne l’esito.
L’appello di Maraio e Nencini a Mattarella e Casellati
sottoscritto da migliaia di militanti e cittadini
Il PSI si rivolge alle più alte cariche dello Stato per chiedere che il Senato riveda la decisione, presa qualche giorno fa, di togliere il cosiddetto vitalizio a Ottaviano Del Turco. Con un appello del Segretario del Psi, Enzo Maraio e del Presidente del Psi e della Commissione Istruzione e cultura del Senato, Riccardo Nencini, rivolta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e una lettera alla Presidente del Sentato Maria Elisabetta Casellati, si chiede “un atto di pietà, immediato generoso e efficace. Un gesto di civiltà, umana e giuridica” nei confronti dell’ex segretario del Psi, sindacalista e tra i fondatori del Pd, Ottaviano Del Turco, che – sottolineano Nencini e Maraio – “è profondamente malato. Malattie che lo hanno privato da tempo di una vita dignitosa. Vive affacciato sul baratro – proseguono – non roconosce nemmeno i familiari. La privazione del vitalizio – aggiungono – complica la possibilità di curarlo come si deve, come si deve a qualsiasi persona che giace su un letto senza speranza. Non giudichiamo le sentenze – precisano – e tuttavia, da una valanga di accuse, tutte gravissime, è rimasto un solo capo di imputazione. Presso la Cassazione pende la richiesta di revisione del processo. Dubitiamo che Del Turco possa conoscerne l’esito”. L’appello rivolto al Presidente della Repubblica ha raggiunto in poche ore migliaia di adesioni di iscritti e militanti del partito. Hanno sottoscritto l’appello, tra gli altri, i membri della segreteria nazionale del partito, Bobo Craxi, Ugo Intini, Gigi Covatta, Gennaro Acquaviva, Pia Locatelli, Rino Formica
PUOI SOTTOSCRIVERE L’APPELLO SCRIVENDO A:
firmaperdelturco@partitosocialista.it