IL N. 4 DI APRILE 2022 DE il PuntO (leggilo/scaricalo qui)
DA QUESTO NUMERO
IL VALORE DELLA LIBERTÀ
La Resistenza è Resistenza sempre, a qualunque latitudine ed epoca storica, significa mettere in gioco la propria vita per l’indipendenza del proprio Paese. Là dove la libertà e la democrazia sono minacciate e aggredite, là c’è Resistenza e bisogna sostenerla in ogni modo.
Sono trascorsi 75 anni dalla fine della guerra e dalla liberazione dal nazifascismo in Italia avvenuta anche grazie all’eroismo di uomini e donne che fecero la Resistenza, mentre un’altra guerra deflagra da più di due mesi sull’uscio di casa nostra, in Ucraina. Il chè ha conferito al 25 aprile di quest’anno un significato di tragica attualità, di un particolare e diverso valore simbolico. Di fronte alla guerra in Ucraina la storia sta riproponendo all’Europa la lotta per la libertà che fecero i nostri partigiani. Erano spinti dall’orgoglio di fronteggiare vittoriosamente una macchina bellica poderosa e spietata. Mossi dalla voce della coscienza, dal senso del dovere, dal bisogno di riscattare, con un gesto gratuito di libertà, la servitù di un popolo per riappropriarsi di una sovranità individuale come un atto di rifondazione esistenziale. La Resistenza italiana fu una prova di maturazione civile, non bisogna dimenticare che la Resistenza forgiò anche una classe dirigente, in grado di far funzionare e rinascere le città appena liberate.
Prendere le armi non fu solo una cruciale esperienza militare, non la fece soltanto chi imbracciò le armi ma anche coloro che offrirono, pur senza armi, un sostegno concreto spesso decisivo. Inizialmente aderì una minoranza eroica di alcune migliaia di uomini e donne ma nel corso di venti mesi arrivarono a toccare punte di 200 mila. A un approccio più consapevole e maturo hanno contribuito in questi decenni anche i racconti dei partigiani e delle partigiane, i loro vissuti emersi dalle testimonianze, raccolte oralmente da molti storici. I pochi ancora in vita sanno cos’è la guerra, cosa significano davvero le parole invasione, paura, libertà. Le loro voci sono importanti, voci che presto spariranno, far conoscere quali furono i loro valori è un modo per combattere le derive razziste e antisemite che si sono intensificate in Europa, e non solo. La memoria è andata persa in un processo di negazione della storia, la rabbia sociale ha oscurato la memoria e la fine dei partiti che hanno fatto la Resistenza ha contribuito a questa deriva. Ci sono forze, anche se minoritarie, che tendono a rivalutare il fascismo, a negare i valori della Resistenza a cancellare una memoria che i giovani hanno il diritto di conoscere. A un giovane di oggi la Resistenza si spiega che vale sempre la pena intraprenderla quando è in pericolo la libertà e che non bisogna arrendersi alle prepotenze.
Per difendere la propria indipendenza il popolo ucraino sta facendo Resistenza all’imperialismo nazionalista, aggressivo, violento, distruttivo e feroce di Putin. L’attacco violento della Federazione Russa al popolo ucraino non ha alcuna giustificazione, la pretesa di dominare un altro popolo, di invadere uno Stato indipendente, ci porta alle pagine più buie dell’imperialismo e del colonialismo. Non si può che stare dalla parte del più debole, è doveroso sul piano morale e politico, evitando in ogni modo e con tutte le forze che la situazione possa degenerare in una guerra mondiale. Quel popolo va sostenuto in tutti i modi possibili per questo è indispensabile che la voce dell’Europa unita divenga più forte, applicando sanzioni ancora più stringenti nei riguardi della Russia intensificando però nel contempo le vie della diplomazia. La Nato poi deve esercitare un ruolo che in questi anni e in questo momento tragico assolutamente manca.