IL N. 10 DI OTTOBRE 2022 DE il PuntO (leggilo/scaricalo qui)
DALLA PRIMA PAGINA
DOPO IL VOTO
La sconfitta del centro sinistra era nelle cose, a partire dall’impossibilità di mettere in campo uno schieramento di forze sufficientemente competitivo, così come richiede la vigente legge elettorale. Non per questo, però, essa risulta meno preoccupante, poiché evidenzia anche limiti nella capacità di risultare credibile non solo per una borghesia progressista ma innanzitutto per quanti, rimasti indietro, è necessario rendere possibili tutte le condizioni per favorirne l’emancipazione sociale. Serve, in altri termini, ridare speranza e fiducia nelle istituzioni a tanti che si astengono dal voto, non per scelta ma per disillusione.
Se così stanno le cose, buttare interamente sulle spalle del nuovo gruppo dirigente socialista uscito dal Congresso di tre anni fa e confermato in quello di luglio di quest’anno, la perdita dell’unico seggio senatoriale del quale il Partito disponeva, è ingiusto e ingeneroso. Ed anche se indubbiamente errori sono stati compiuti non si può negare che ciò è avvenuto in un contesto di grave sconfitta del centro sinistra. Scrive infatti il nostro Segretario nazionale: le responsabilità di questa sconfitta sono oggettive e solo un processo lungo, nuovo e di ricostruzione, una vera fase costituente per il centro sinistra che vada oltre i nomi e le leadership e che si basi su idee nuove e realizzabili per le quali il nostro elettorato possa di nuovo individuarci come interlocutori seri, ci potrà dare una nuova identità, che non può che avere come modello l’organizzazione e le politiche delle socialdemocrazie europee più avanzate. Ad oggi i socialisti sono fuori dal Parlamento. Più di tutti scontiamo la sconfitta elettorale del centrosinistra. Abbiamo però la consapevolezza di avere imboccato la strada politica ed ideologica giusta.
In realtà, già nel 2008 restammo fuori dal Parlamento. Vi rientrammo nel 2013 eleggendo una piccola pattuglia di deputati e senatori, anche allora in lista con il Pd: un esito reso possibile dal risultato del centro sinistra che ottenne ben 450 parlamentari, non gli striminziti 120 attuali. Così pure nel 2018, quando presentammo, nell’ambito della coalizione di centro sinistra, una nostra lista con Verdi e Area Civica che elesse un unico senatore socialista in un collegio uninominale di coalizione.
Mettere in cima a tutto questo la consapevolezza di quanto la situazione sia difficile, unita alla ferma volontà di affrontarla come collettivo e senza seguire la strada fin troppo facile di cercare capri espiatori, ha trovato largo consenso nella segreteria regionale del primo ottobre. Certi che anche il progetto politico di cambiamento del centro sinistra e di rilancio di una alleanza nel nome del socialismo europeo troverà il consenso del Consiglio nazionale di metà ottobre.