a Ravenna Mattarella 28:07.2022

IL SALUTO DEI SOCIALISTI AL PRESIDENTE MATTARELLA
presente a Ravenna il 28 luglio nel centenario dell’assalto
e incendio della sede della Federazione delle Cooperative
da parte delle camicie nere di Italo Balbo 

Siamo orgogliosi di averLa tra noi, Presidente, a ricordarci che dottrina e memoria accompagnano il progresso dell’umanità dal quale soltanto possono trarre alimento l’amore per la pace e la democrazia, la giustizia sociale e il progredire della civiltà.

L’ex Hotel Byron, oggi sede dell’amministrazione provinciale, fu acquistato dalla Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna per stabilirvi i propri uffici. Ne era padre fondatore e Presidente Nullo Baldini, Deputato socialista dal 1919 al 1924 che nel 1922 aderì al PSU di Turati e Matteotti dove erano confluiti i riformisti estromessi dal PSI.

Il 27 e 28 luglio 1922 le camicie nere di Italo Balbo misero a soqquadro istituti e sedi democratiche della città di Ravenna che consideravano essere uno degli ultimi baluardi rossi contro le prepotenze e violenze fasciste. Il 28 luglio misero a ferro e fuoco la sede della Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna e, poche ore dopo, la Camera del Lavoro la cui sede è ancora oggi nel luogo dove si trovava al tempo. Lì si ergeva,  fino a metà dell’800, il Teatro Comunitario, allora il maggior teatro della città prima di essere sostituito dall’attuale Teatro Alighieri.

Ma i primi a pagare la loro opposizione al fascismo erano stati i socialisti l’anno prima!
L’ Aurora – il principale dei loro circoli, inaugurato il 1° maggio 1904 grazie agli immensi sacrifici di tanti e tuttora storica sede socialista in città – aveva subito l’aggressione delle camicie nere di Italo Balbo il 12 settembre del 1921. Con gli uomini al lavoro, furono le donne, quelle socialiste in testa, a scongiurare i maggiori danni che l’immobile avrebbe sicuramente patito dall’incendio appiccato a libri, documenti e arredi, se non prontamente circoscritto e spento. È proprio all’Aurora che, per noi socialisti, si ritrova il legame con l’evento che oggi si ricorda. Fu infatti anche grazie alle rimesse dei braccianti cooperatori insediati a Ostia antica dopo aver bonificato l’Agro Romano che essa si poté costruire.

Tutto questo accadeva, va detto, mentre le forze democratiche della città non erano affatto solidali.
La guerra e i sommovimenti sociali e politici che ne erano seguiti, allora ancora in corso, non promettevano nulla di buono. Tutto avrebbe dovuto indicare che si correva verso il baratro: il neonato Partito Comunista che con il suo rivoluzionarismo parolaio spaventava inutilmente molti; il duro scontro tra socialisti massimalisti e riformisti che ne disperdeva le energie indebolendone l’azione; i Repubblicani che, fortemente insediati com’erano a Ravenna e in Romagna, pensavano di scampare il pericolo e di trarre vantaggio per sé e le proprie strutture associative dalla sconfitta della sinistra per mano dei fascisti. E pensare che il nuovo secolo aveva dato a Ravenna il primo sindaco socialista, l’avv. Leone Cilla eletto nel 1902 in alleanza con i repubblicani.
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Per il Partito Socialista saranno presenti all’evento, che si terrà al Teatro Alighieri,
il segretario provinciale Francesco Pitrelli e il segretario comunale Massimo Corbelli