RIMINI. SUCCESSO SOCIALISTA. BRAGAGNI ASSESSORE, PASINI CONSIGLIERE
Come nel 2016 la Lista “Rimini Futura” ha di nuovo conquistato un seggio in Consiglio comunale al quale è risultato eletto per la seconda volta, con largo successo di preferenze personali, il consigliere socialista Luca Pasini. Il rinnovato successo della Lista che sosteneva il neo eletto sindaco Jamil Sadegholvaad, ha premiato il principale dei suoi artefici ed animatori, il segretario provinciale del Psi riminese Francesco Bragagni che è stato nominato all’incarico di assessore con le deleghe ‘sviluppo delle risorse umane, servizi civici e toponomastica, legalità e rapporti con il consiglio comunale’. Bragagni, 34 anni, avvocato, sempre attivo in politica sin dalla Fgs dove ha ricoperto, negli anni, ruoli apicali, è membro della segreteria nazionale del Partito Socialista.
AMMINISTRATIVE. I lusinghieri risultati conseguiti alle elezioni amministrative che vedono il centro sinistra conquistare o riconquistare tanti comuni, comprese le più importanti città d’Italia – Roma Milano Napoli Torino Bologna – dimostrano che la chiave della vittoria è quella di allargare la coalizione, anche oltre il Pd. Il centro sinistra non vince solo perché privilegia l’unità, ma anche per i suoi sindaci, che sono radicati, competenti e popolari, che interpretano il riformismo pragmatico ogni giorno allargando il consenso. Tra i capoluoghi di provincia il successo del centro sinistra ha interessato città emblematiche, tra queste emerge Cosenza che, in una regione da sempre governata dal centro destra, ha eletto Sindaco il socialista Franz Caruso. Ma il dato dell’astensione al voto pari al 43,9% degli aventi diritto, un record negativo mai visto prima che ha colpito in maniera trasversale da nord a sud, deve fare riflettere e non può essere assolutamente sottovalutato. Ora è tutto un interrogarsi su questa fuga dall’urna. Una costante crescita dell’ astensionismo e la minore propensione al voto é il sintomo di un malessere sociale che non trova sbocchi, è un voto contro perché non trova nessuno a rappresentarlo. L’assenza di ascolto e il verticismo delle scelte sono la cifra attuale. Non a caso il grosso dell’astensione si è verificata nelle periferie disagiate, in particolare delle grandi città. La gente è arrabbiata, anche quella che non va in piazza a protestare. In Italia sono circa 8milioni e mezzo le persone in povertà assoluta o relativa a rischio di esclusione sociale. Crescono dispersione scolastica, lavoro povero e precario, analfabetismo di ritorno che colpisce il 30% degli italiani. Difficile formare cittadini responsabili e promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita sociale della comunità in queste condizioni. Da come si muoverà questo elettorato dipenderà il futuro politico dell’Italia, e la storia recente dimostra che l’esito può essere molto sorprendente, da tenere a mente nelle analisi del voto.
La lezione tedesca insegna che dalla crisi si esce a sinistra e che anche in Italia si può vincere. Per poter governare però è necessario essere netti nelle scelte con proposte chiare e credibili. La sfida si gioca sulla questione sociale, i diritti civili e la sostenibilità ambientale che sono tre facce della stessa medaglia. Il salario minimo, obiettivo già di questa legislatura, la riduzione della tasse sul lavoro, il salario di ingresso per i giovani e nuove protezione per i lavoratori devono essere le scelte da mettere al centro dell’agenda. Da qui alle elezioni politiche del 2023, si dovrà capire quali siano le corde per mobilitare di nuovo l’elettorato dei quartieri popolari. La risposta esiste già, c’è bisogno di tornare a dar voce ai diritti, alla giustizia sociale e rappresentare il disagio, la sofferenza, la rabbia, i bisogni, le proposte e le aspirazioni di quella maggioranza del Paese a cui la politica da tempo ha smesso di dare ascolto.